Oggi voglio proporvi di fare un test molto semplice ma probabilmente uno dei più importanti per effettuare uno screening sul nostro stato di salute.
Questo semplice test di screening può anche trasformarsi in una forma di esercizio.
Il test è molto semplice:
1)mettiamoci di fronte ad uno specchio facendo attenzione di avere abbastanza spazio per muoverci agevolmente
2)in piedi eseguiamo una semplice marcia sul posto:solleva le ginocchia fino all’ altezza del bacino, le braccia oscillano seguendo il ritmo delle gambe. Quando sale la gamba destra porta la mano sinistra al di sopra della testa e viceversa.
Il movimento deve essere coordinato(soprattutto il primissimo passo), in equilibrio e in controllo.
Dovremmo essere in grado di farlo anche molto lentamente e anche riuscire ad aumentare la velocità.
Non fossimo in grado di fare tutto ciò vuol dire che il nostro sistema nervoso/motorio non è efficiente né fisiologicamente né metabolicamente. Ciò può essere precursore di problemi/dolori articolari (es. mal di schiena).
Se il movimento non è regolare e coordinato, provate a fare l’esercizio per alcuni minuti al giorno. Se non riuscite a farlo da in piedi provate da seduto (vedi video Cross Crawl Seduto )
Se si migliora, ottimo; siamo stati in grado di “riprogrammare” il sistema.
Altrimenti è arrivato il momento di far visita al tuo Chiropratico di fiducia.
Una piccola pillola per saperne di più: il corpo umano si è evoluto in migliaia di anni, il suo fine ultimo è la camminata.
Fossimo uccelli voleremmo, pesci nuoteremmo…siamo esseri umani ergo camminiamo.
La maggior parte dei movimenti volontari che eseguiamo ogni giorno (scrivere, guidare, fare sport ecc.) sono solo una semplice ma sempre stupefacente, variazione neurologica di quello che è la camminata.
Tant è che (permettetemi la licenza poetica) nasciamo già imparati.
Sì, tutti noi appena nati sappiamo già camminare o più precisamente gattonare. Non ce lo insegna nessuno. E’ un riflesso! Un dono magnifico di madre Natura, evoluto/tramandato in migliaia di anni tramite il DNA.
Tale riflesso si chiama: Riflesso della Marcia automatica
Al secondo giorno, il bambino riesce a compiere un’azione incredibile, se sostenuto, riesce a compiere tutte le movenze necessarie per camminare è il riflesso della marcia automatica, questo avvenimento appartiene solo all’essere umano: tallone, dita, gambe alternate.
Con il passare dei mesi impariamo naturalmente a controllare i movimenti e a trasformarli in camminata.
I nostri muscoli, le nostre ossa e il nostro sistema nervoso si sviluppano di conseguenza.
Ci sono molti altri eventi nel corso della nostra vita che influenzano la nostra crescita, la nostra postura e la nostra salute ma certamente questa è una delle più importanti.
Andrea Caronti
Doctor of Chiropractic
Quando si dice che il corpo umano sia una macchina portentosa, non si sta di certo facendo un’affermazione esagerata! Se infatti andiamo a leggere i numeri e le caratteristiche del complesso sistema corporeo di cui siamo dotati, non possiamo che rimanere sorpresi dalle sue infinite capacità.
Di seguito abbiamo raccolto una lista di 25 super-poteri che sicuramente vi strapperanno qualche “wow!”.
1- La cornea è l’unica parte del corpo priva di vasi sanguigni. Essa riceve infatti ossigeno direttamente dall’aria.
2- Il cervello umano ha una capacità di memoria che supera quella di un hard disk da 4 terabyte.
3- I neonati umani sono in grado di respirare e deglutire allo stesso tempo per i primi mesi di vita.
4- La tua testa è composta da 29 ossa (8 nella scatola cranica e 21 nella faccia).
5- Un impulso nervoso può arrivare a viaggiare alla velocità di oltre 400 km/h.
6- Un singolo cervello umano genera in un giorno più impulsi elettrici di tutti i cellulari del mondo messi insieme.
7- Un corpo umano di medie dimensioni contiene zolfo sufficiente ad uccidere le pulci di un cane, carbonio sufficiente per 900 matite, abbastanza potassio per azionare un’arma, grasso sufficiente per 7 saponette e acqua per riempire un barile di 50 litri.
8- Lungo una vita intera, il cuore umano pompa 180 milioni di litri di sangue.
9- Nel tempo che impieghi a leggere questa frase, 50.000 cellule del tuo corpo muoiono e vengono sostituite.
10- Le impronte digitali si formano nell’embrione umano già dopo i primi due mesi di sviluppo.
11- Il cuore delle donne batte più velocemente di quello degli uomini.
12- Un uomo di nome Charles Osborne ebbe il singhiozzo per 68 anni consecutivi (dal 1922 al 1990).
13- Secondo molti studi, i mancini vivono in media 9 anni in meno dei destri.
14- Due terzi della popolazione mondiale piega la testa verso destra quando deve baciare qualcuno.
15- Una persona dimentica in media il 90% dei suoi sogni.
16- La lunghezza totale dei vasi sanguigni umani si aggira intorno ai 10.000 km.
17- La frequenza cardiaca è in generale più bassa in primavera che in autunno.
18- In una vita intera, una persona può ricordare 150 trilioni di informazioni.
19- Quando arrossisci, anche il rivestimento del tuo stomaco diventa rosso.
20- Disperdiamo l’80% del calore corporeo attraverso la testa.
21- La sensazione di sete appare già quando perdiamo l’1% del liquido corporeo; se ne perdiamo il 5% rischiamo di svenire, con il 10% addirittura possiamo morire per disidratazione.
22- Ci sono almeno 700 enzimi attivi nel corpo umano.
23- In media, un bambino di 4 anni pone 450 domande al giorno.
24- Non solo gli umani, ma anche i koala hanno impronte digitali uniche.
25- Ogni essere umano sbatte le palpebre 12.000 volte al giorno.
Gli addominali sono utili?
Prima di addentrarci nello specifico, dobbiamo entrare nell’ottica che il corpo è un tutt’uno, in cui tutte le parti sono interconnesse. Siamo abituati a considerarlo a settori separati; invece ogni movimento, ogni contrazione influenza l’insieme. Gran parte dei muscoli è organizzata in insiemi funzionali chiamati catene muscolari, che sono cinque e si comportano come grandi elastici, sempre troppo corti e troppo rigidi. La catena principale è quella posteriore che inizia dalla nuca, comprende tutti i muscoli dorsali, i glutei, i muscoli della regione posteriore delle cosce e delle gambe, prosegue con quelli della pianta del piede e termina con quelli della regione anteriore della gamba, fino a sotto il ginocchio. La si può immaginare come un calzettone troppo corto, il cui bordo superiore posteriore risale fino alla nuca: questo comporterà un’alterazione della posizione della colonna o degli arti inferiori.
Tutte le catene descritte sono interdipendenti fra loro: un’azione su un punto qualsiasi di una di esse provoca un accorciamento in una o più delle altre. È quindi evidente che non ha senso un lavoro segmentario sul corpo, che è assurdo potenziare, come spesso si fa, gli addominali, in quanto le loro inserzioni posteriori sono in comune con quelle dei muscoli dorsali, e quindi potenziando i primi si potenziano anche i secondi. È sempre sbagliato potenziare i muscoli delle catene, già troppo rigidi: bisogna invece allungarli, e così si ottiene il contemporaneo potenziamento dei loro antagonisti. È quindi inutile praticare, per esempio, esercizi mirati per potenziare i quadricipiti e gli addominali, amati da tutti gli sportivi, se contemporaneamente non si allungano le catene che li frenano, impedendo loro di lavorare.
I muscoli addominali (obliqui, trasverso) formano una cintura muscolare che si attacca ai dorsali. Quando li contraiamo, inevitabilmente sollecitiamo la regione lombare portandola in avanti (lordosi) e schiacciandola (pancia in avanti e gonfia). Quando potenziamo questi muscoli dobbiamo contemporaneamente allungare la regione lombare per evitare la compressione dei dischi che provoca lombalgie e sciatalgie. Di conseguenza gli esercizi tipo crunch o i classici “addominali” sono inutili e spesso dannosi soprattutto per chi ha problemi di dolori lombari, cervicali e sciatalgie.
Da ricordare che gli esercizi “classici” di avvicinare capo-tronco al bacino o bacino al capo-tronco, potenziano i muscoli retti dell’addome rendendoli ipertrofici (a salsicciotto) e questa è la base meccanica per procurarsi un’ ernia del disco.
L’ esercizio giusto? Il Plank
Ecco come si esegue correttamente l’esercizio plank:
Con “core” si identifica la fascia muscolare centrale del corpo composta dai seguenti muscoli: addominali, obliqui sia esterni che interni, traverso, diaframma, pavimento pelvico, quadrato dei lombi, paravertebrali e multifido. Il “core” sostanzialmente ha la funzione di garantire stabilità in determinati movimenti, ma è utile anche per la buona postura, per diminuire l’incidenza di ernie del disco, protusioni e lombalgie e dunque anche funzionale per la salute (a patto che sia appunto allenato).
@Chiropratica Caronti
Tuo figlio si toglie le scarpe e rimane scalzo, e tu cominci subito a brontolare. Tranquilla, quel gesto è fonte di preoccupazione e irritazione per la maggior parte delle madri. Eppure secondo gli esperti in realtà favorisce la crescita dei bambini. Cosa dicono le ricerche sui bambini scalzi?
Sostanzialmente tre cose: libertà, felicità e intelligenza. Uno studio che ha fatto il giro del mondo demolisce la teoria secondo cui bisogna far indossare le scarpe ai figli fin da piccolissimi, e sfata antiquati miti su raffreddori, educazione e problemi fisici.
La ricerca, intitolata “Podologia preventiva: bambini scalzi significa bambini più intelligenti”, è promossa dalla Universidad Complutense di Madrid. Si sentono comodi e felici, esplorano e crescono nel modo giusto: perché non lasciarli scalzi?
“Il movimento fisico e gli stimoli sensoriali che il bambino riceve attraverso i piedi nudi contribuiscono ad accelerare la crescita, lo sviluppo propriocettivo e intellettuale”, afferma Isabel Gentil García nel testo.
La studiosa mette in discussione, inoltre, le raccomandazioni dei pediatri di far indossare le scarpe ai bimbi di pochi mesi, cosa che servirebbe solo a proteggerli dal freddo.
Gentil García avverte che con il piede coperto il bambino viene privato delle informazioni tattili e della percezione della posizione e del movimento del corpo nello spazio. Secondo l’esperta, i bimbi scalzi sviluppano più velocemente le abilità motorie e la coordinazione tra mano e viso.
Un approccio multidisciplinare sostiene che i piedi sono un mezzo per ricevere informazioni sul mondo esterno, poiché a contatto con superfici e materiali diversi.
Secondo alcuni neurologi, fino ai dieci mesi di età il bambino ha una sensibilità tattile più sviluppata nei piedi che nelle mani. I piedi gli consentono di sperimentare e conoscere attraverso il tatto.
Non dobbiamo privare i piccoli delle informazioni percettive. Per questo l’università madrilena difende l’importanza di lasciare i bambini scalzi.
Consideriamo le fasi di sviluppo dell’intelligenza formulate da Piaget. In quella senso-motoria sono importanti la manipolazione, il movimento e l’organizzazione delle informazioni sensoriali, poiché offrono al piccolo una prima nozione di sé, dello spazio, del tempo e della casualità.
I piedi sono ricettori privilegiati che contribuiscono a sviluppare meglio l’intelligenza del bambino. Essa nasce da una complessa interazione tra l’ambiente e l’organismo, e uno dei fattori ambientali più influenti è la conoscenza del proprio corpo.
I bimbi scalzi che poggiano i piedi su qualsiasi superficie – comprese quelle irregolari – hanno un migliore sviluppo muscolare. Senza scarpe, infatti, non hanno un peso da portare e sono più liberi nei movimenti. Ciò consente loro di controllare meglio il corpo.
A tutti i bambini piace andare in giro scalzi, o nudi, senza pensare alle conseguenze sulla propria salute. Quest’abitudine li fa sentire più comodi e offre numerosi benefici:
Gli adulti si innervosiscono quando vedono i bimbi scalzi, ma i bambini sono più felici senza scarpe.
I bimbi scalzi hanno un contatto più profondo con l’ambiente circostante e percepiscono il mondo in un altro modo. Contemporaneamente scoprono il proprio corpo.
“All’inizio dello sviluppo dell’intelligenza non esiste una differenza tra l’io e il mondo esterno, è un tutt’uno”, dicono gli specialisti. Per imparare devono esplorare e avere un contatto diretto con le superfici.
@Chiropraticacaronti
L’antica pratica indiana, fatta di stretching, respirazione e rilassamento guidato, aiuta infatti a ridurre il mal di schiena e le assenze dal lavoro per malattia.
E’ sufficiente un’ora alla settimana, anche fatta sul posto di lavoro, come ha dimostrato uno studio condotto dai medici dell’università gallese di Bangor, segnalato dal quotidiano The Indipendent.
Già numerosi studi hanno dimostrato che praticare regolarmente yoga riduce i giorni di malattia, ma quest’ultimo ha verificato che i benefici si hanno anche implementandolo direttamente sul posto di lavoro. I ricercatori hanno lavorato con 150 impiegati del Servizio sanitario di 3 ospedali del nord del Galles: una parte è stata assegnata ad un gruppo di yoga, che ha fatto 8 sessioni da 60 minuti una volta a settimana, e l’altra ad un gruppo educativo. Il gruppo dello yoga è stato anche invitato a farlo a casa per almeno 10 minuti al giorno per 6 mesi, con la guida di un dvd. L’altro gruppo ha invece ricevuto due libretti su come gestire il mal di schiena e ridurre lo stress al lavoro. Dopo 8 settimane, si è visto che chi aveva fatto yoga aveva molto meno dolore alla schiena e dopo 6 settimane erano calate di 20 volte le assenze del lavoro dovute a problemi muscolo-scheletrici (tra cui il mal di schiena) rispetto ai membri dell’altro gruppo. I volontari del gruppo yoga avevano inoltre dimezzato le visite dal medico per il mal di schiena. I miglioramenti maggiori si sono avuti in chi lo ha praticato anche a casa, con una media di 10 minuti al giorno: è migliorato il dolore alla schiena e hanno saputo gestire meglio lo stress al lavoro.
Prima di cadere in un sonno profondo ormai quasi tutti non rinunciano a dare un’ultima occhiata al cellulare o a sfogliare un eBook sul proprio tablet. Non ce la sentiamo proprio di staccarci dalla tecnologia, neanche nel momento più rilassante della giornata quale quello di andare a dormire.
Ma bisogna tener presente che il nostro organismo viene negativamente influenzato da quest’abitudine, risentendone il giorno dopo ed il giorno dopo ancora. In che modo?
Un gruppo di studenti dell’Università di Buenos Aires ha condotto una ricerca per capire in che modo l’utilizzo dei cellulari influisca sulla qualità del sonno. Dopo aver eseguito dei sondaggi coinvolgendo giovani tra i 18 e i 29 anni, gli studenti hanno riscontrato che, anche se i partecipanti al sondaggio dichiaravano di aver dormito tra le 6 e le 8 ore al giorno, si sentivano stanchi e fiacchi. Ma come mai?
Andando più in profondità nel sondaggio si è scoperto che il 90% degli intervistati ha asserito che dorme con il proprio telefono cellulare accanto e il 70% ha dichiarato di usarlo prima di andare a dormire. Il problema sta nel fatto che:
- il riflesso della luce dello schermo sul bulbo oculare inibisce la produzione della melatonina, responsabile della regolazione del sonno: quindi le persone colpite impiegano più tempo ad addormentarsi e l’efficacia del riposo non è adeguata;
- dormire, invece, con i cellulari accesi nelle vicinanze non è ideale anche se lo schermo è spento, perché il cervello rimane in uno stato di allerta permanente a causa della possibilità dell’arrivo di messaggi e chiamate.
Conclusione? Gli autori della ricerca consigliano di spegnere il cellulare almeno un’ora prima di andare a dormire. È un semplice cambio di abitudine, ma allo stesso tempo risulta cruciale per migliorare la qualità del sonno.
Quella che comunemente chiamiamo gobba, e che in medicina si chiama ipercifosi, è un’accentuazione della curvatura fisiologica della spina dorsale, nota come cifosi. Questa condizione patologica è visibile soprattutto nelle donne di età avanzata e può essere causata da vari fattori, quali artrite, osteoporosi, debolezza muscolare o anche solo abitudini errate.
Di solito si presenta in forma lieve e sopportabile, ma se si aggrava può davvero essere invalidante, poiché genera dolore, difficoltà nella respirazione e nella digestione e molto altro.
Quando si hanno dei problemi in tal senso è fondamentale consultare un Chiropratico , ma poiché siamo dell’idea che prevenire sia sempre meglio che curare, vogliamo consigliarvi 4 dritte per prevenire la comparsa di questa fastidiosa condizione.
La pratica dello yoga ha come effetti principali il rafforzamento dei muscoli e il miglioramento della flessibilità. Per questo è stato ampiamente osservato che la pratica di questa disciplina aiuti a contrastare l’insorgenza di una cifosi accentuata.
Mentre la vitamina C, cioè l’acido L-ascorbico aiuta il tessuto connettivo a rimanere in salute, la vitamina C permette di assimilare il calcio ed è fondamentale per la salute delle ossa.
Mantenere una postura corretta nella vita di tutti i giorni non è facile, complice la sedentarietà imperante nelle nostre attività. Sforzarsi in questo senso però può avere effetti incredibili: a beneficiarne sono soprattutto i muscoli della schiena che si fortificano e sostengono meglio la colonna vertebrale evitando che collassi.
Esercizio fisico costante ci aiuterà a rafforzare e mantenere tonici i muscoli della schiena e del collo, prevenendo contemporaneamente la perdita di vigore nelle ossa. Come nel caso della postura, mantenere i muscoli in salute vuol dire pesare meno sulla spina dorsale.
Avete mai riflettuto su quanto il nostro corpo sia una macchina praticamente perfetta?
Nonostante qualcosa possa andare nel verso sbagliato, continua ad esserlo perché porta avanti con estrema precisione migliaia di processi involontari, senza che noi ne siamo al corrente. Ciò che è ancora più curioso è il fatto che esistono dei collegamenti insospettabili tra le diverse parti del corpo: sapete ad esempio che una dentatura non allineata può causare problemi di deambulazione? Il motivo è facile da spiegare…
Quando parlano di occlusione, i dentisti si riferiscono alla chiusura delle arcate dentali: ognuno di noi le serra in maniera differente anche se esiste un solo modo di farlo correttamente. Per considerarsi normale, l’occlusione dentale deve comportare le seguenti condizioni:
1) L’arcata dentale superiore si sposta in avanti rispetto a quella inferiore, e la coppia di molari e premolari superiore precede di mezzo dente circa l’omologa inferiore.
2) Ogni dente tocca esattamente due denti dell’altra arcata.
3) Gli incisivi superiori coprono di un terzo la lunghezza di quelli inferiori.
Solo se si verificano tutte e tre le condizioni i muscoli del volto e del collo non sono soggetti a tensioni. Al contrario, se si verifica una situazione differente da quella descritta, vuol dire che l’occlusione è causa di un anomalo funzionamento dei muscolisopra citati, oltre a quelli responsabili della deglutizione, della masticazione e dell’articolazione dei suoni.
L’anomalia si estende però anche ad altri muscoli del corpo, come quelli addetti alla deambulazione e alla postura. Il motivo? La tensione si propaga sulla colonna vertebrale che ovviamente determina il modo in cui camminiamo. Non è raro che soggetti che manifestano problemi ai denti e malocclusione accusino anche mal di schiena, cifosi e deambulazione scorretta.
Le problematiche che può causare una malocclusione sono anche altre: può essere compromesso la struttura dell’orecchio interno, provocando vertigini, giramenti di testa improvvisi e problemi a mantenere l’equilibrio, e possono scaturire anche reflussi gastroesofagei.
Dunque, i motivi per cui ci si dovrebbe prendere cura dei denti non è solo per un fatto estetico ma, come ci si doveva aspettare, per mantenere in salute tutto il resto del corpo.
Se soffrite di questi sintomi non esitate a contattarci la Chiropratica Caronti è ciò che fa per voi.
Chi ne soffre potrà confermarlo: l’insonnia è un disturbo odioso, che non solo incide gravemente sull’umore e sulla capacità produttiva, ma che a lungo andare può tradursi in vere e proprie patologie fisiche.
Per contrastarla ci sono sul mercato molti rimedi in forma di farmaci o infusi, ma un ruolo fondamentale può giocare anche l’ambiente circostante. Alcune piante ad esempio hanno un effetto rilassante sul nostro corpo e possono essere di grande aiuto. Non posiamo promettervi che mettendo queste piante in casa dormirete come ghiri, ma di sicuro esse gioveranno al vostro benessere psicofisico.
Il profumo della lavanda ha un effetto benefico sull’ansia e sullo stress, agisce abbassando la frequenza cardiaca e per questo induce il sonno.
Indicata anche dalla Nasa come una delle piante più benefiche per gli ambienti chiusi, l’Aloe Vera è in grado di emettere ossigeno nelle ore notturne e purifica l’aria dagli agenti chimici.
Detta anche nastrino, questa pianta è facile da mantenere e moltiplicare. Anche questa emette ossigeno durante la notte ed è perfetta per chi ha problemi respiratori.
Detta anche lingua di suocera, questa pianta è in grado di filtrare le tossine presenti nell’aria (formaldeide, tricloroetilene e benzene).
Molti ne conoscono l’estratto, ma anche la pianta ha grandi proprietà calmanti sui nostri nervi.
Anche il pothos è stato indicato dalla Nasa come perfetto per purificare gli ambienti chiusi; tra l’altro è facilissimo da tenere in vita!
Ha effetti benefici su asma e allergie, oltre ad essere molto resistente e bellissima da vedere.
Molti studi hanno provato che la gardenia ha un effetto calmante paragonabile a quello del Valium. Aiuta a rilassarsi e favorisce il sonno.
Secondo uno studio della Wheeling Jesuit University, l’odore del gelsomino agisce direttamente sull’ansia e sullo stress.
@chiropraticacaronti
(fonte: the Huffington post)